venerdì 31 dicembre 2010

Millenovecentonovantaquattro - Oscar Luigi Scalfaro

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Riporto parzialmente il messaggio di fine anno agli italiani del 1994, presidente era Oscar Luigi Scalfaro. 
1994, l'anno della discesa in campo. Sono passati sedici anni, valutate voi.

Il discorso completo lo trovate qui.

foto ufficiale di Oscar Luigi ScàlfaroC'è ancora violenza: criminalità organizzata, sequestri di persona; ai commerci illeciti, della droga, delle armi, del nucleare, si sono aggiunti persino i commerci di organi umani!
Ancora tanto ed intenso il lavoro dei magistrati - e noi diciamo un grazie per quello che fanno - per i reati contro l'amministrazione dello Stato.
Ancora interrogativi su come chiudere la fase più grave della corruzione politica.
E io devo dire con molta semplicità che, pure questa fase, ha bisogno di essere chiusa. Occorre trovare la strada.
Occorre saperla chiudere. Certo, secondo giustizia, una giustizia vera, senza applausi e senza contestazioni: giustizia!
Né si possono tacere, a proposito della giustizia, le gravi preoccupazioni che si generano nell'animo dei cittadini, di fronte ad atteggiamenti che possono dare la sensazione, o peggio, di contrasti fra mondo politico e Magistratura, fra gli stessi organi giudiziari, fra questi e il ministero della Giustizia.
I compiti che la Costituzione affida a ciascuno dei poteri dello Stato e dei vari uffici devono essere a garanzia di tutti. E la fiducia nell'indipendenza e nella serenità della giustizia è questione di vita.
E occorre anche sottolineare, ancora una volta, un dilagare di polemiche personali, di forme di insinuazione, di vere aggressioni anche ad organi costituzionali. Manifestazioni che presentano non la libertà di espressione del proprio pensiero, ma la degenerazione, la degradazione, non degne della democrazia.
E non solo: ma la grande pagina del lavoro, con il tema doloroso della disoccupazione, della sottoccupazione, di chi attende nella speranza di essere richiamato a lavorare e questa speranza è sempre nelle nebbie.
Le famiglie, i problemi dei giovani, i problemi degli anziani.

Noi! Noi continuiamo un cammino difficile, con tensioni innumerevoli - consentitemi - diverse delle quali ce le potremmo risparmiare con un po' di senso di responsabilità!
La nostra meta è una democrazia vera.
E io mi sento di dire che questa meta di democrazia vera sarà raggiunta dalla forza e dalla fede del popolo italiano.

Una democrazia vera che abbia al centro l'uomo, l'uomo libero, l'uomo giusto, rispettoso delle libertà altrui, l'uomo che come cittadino possa sempre sentire viva la presenza dello Stato, in ogni ordine e grado: Comuni, Province, Regioni, lo Stato, al centro.
Una presenza capace di mutare nei cittadini una convinzione, che pare invincibile, di uno Stato inefficiente, insensibile, sempre inadempiente.
Occorre un risveglio forte, idoneo ad un dialogo umano tra Stato e cittadino, fatto di lealtà, di credibilità vicendevole, perché si ricostruisca una fiducia veramente valida.

Per questi fini noi abbiamo bisogno di stabilità politica.
Abbiamo bisogno di credibilità politica.
Abbiamo bisogno di fiducia politica.
Abbiamo bisogno di aumentare stima e fiducia verso l'Italia sul piano internazionale.

Siamo ad un bivio. Siamo ad una scelta: chi vede la soluzione della crisi di governo nel ricorso a elezioni con scioglimento immediato del Parlamento, Parlamento - lo dico amorevolmente - che vorrei pregare di non definire mai delegittimato; chi privilegia le gravi e urgenti questioni che incombono e che esigono la presenza di un governo nella pienezza delle sue prerogative. Due ipotesi. Bisogna essere chiari: due ipotesi entrambe corrette sul piano costituzionale. Poi, ognuna delle due, può essere discussa politicamente, ma entrambe corrette sul piano costituzionale.
E chi, invece, sostiene che si debba attendere, che ci voglia un governo e del tempo.
Perché si vuole del tempo?

E vi è chi accenna a problemi finanziari che non attendono e debbono essere affrontati, pena una ulteriore caduta dell'immagine e della fiducia dell'Italia sul piano internazionale!

E chi ricorda la grave questione della disoccupazione, specie giovanile, che assume caratteri umanamente penosi e allarmanti nel mezzogiorno; e si richiama, inoltre, a temi importanti, a cominciare dalle riforme costituzionali. Temi presenti, pure con impostazioni e soluzioni diverse, un anno fa. Temi presenti in tutte le agende elettorali di tutti i gruppi, partiti, movimenti che si sono presentati alle elezioni. L'agenda era precisa, poi ognuno dà a questi termini un contenuto, un risultato, un'interpretazione diversa.

Attenzione!
È chiaro che chi è favorevole a qualsiasi immediata soluzione, cioè a elezioni immediate, non è che sia contro a tutto questo che ho elencato: ritiene che tali problemi e tali adempimenti possano più adeguatamente essere affrontati da un nuovo Parlamento.

 ......

Buon anno a tutti, con tutto il cuore!

giovedì 30 dicembre 2010

L'orso polare




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Sono un orso polare. Sono qua, su una lastra di ghiaccio e navigo per l’oceano artico.
Non so dove andrò a finire, non sono in grado di manovrare questa lastra di ghiaccio. Per il mangiare me la cavo, mi butto in mare e risalgo con un pesce.

Ma il problema, qua, è un altro.

Qua comincia ad alzarsi la temperatura, la lastra diventa sempre più piccola.
E’ l’effetto serra baby, mi dicono.
E io cosa ne posso, baby. Io sono un orso, non governo il mondo. Lo subisco.
Io sono grosso e la lastra è sempre più piccola.
Non ho una radio per chiamare i soccorsi, anche l’avessi non saprei come usarla e chi chiamare.
Sono un orso, cazzo.
E’ l’effetto serra baby, mi ripetono.
Non l’ho provocato io l’effetto serra, baby. Perché le conseguenze le devo pagare io, baby?
Ormai sono in equilibrio, in piedi. Una zampa in acqua e l’altra su quel che rimane della lastra di ghiaccio. Sto sudando.
Avete mai visto un orso polare sudare?
Proprio quando sono con la punta di una zampa su un pezzo di ghiaccio che non raffredderebbe neanche un martini con l’oliva, ecco che qualcosa mi afferra, mi tirano su, ed eccomi sul ponte di una nave.
Sono in gabbia.
Salvo? Non lo so, sentiamo cosa mi dicono.
Complimenti, lei è un orso fortunato.
Grazie. E continuo a sudare e a perdere pelo.
Adesso, signor orso polare, lei è salvo e può scegliere il suo destino. Mi dicono.
Io sudo e perdo pelo e la vista si annebbia. Mi butterei in mare e mangerei un pesce e nuoterei fino a lasciarmi andare.
Non posso, sono in gabbia.
Le spiego, mi dicono, lei ha due scelte, caro signor orso polare.
Potrebbe finire allo zoo del Dubai, bello sa. Pensi che nel Dubai hanno ricostruito il polo nord, finisce il deserto e comincia il polo. C’è il ghiaccio sintetico e ci sono i pesci. Si troverebbe proprio bene. Avrebbe la una bella lastra di ghiaccio tutta sua e tanto pesce.  Proverebbe anche l’ebbrezza delle tempeste di sabbia, pensi che bello, lei sul ghiaccio e la sabbia che s’infila nel pelo e negli occhi e le infarina il pesce.
Oppure …
Sudo e ripeto: oppure?
Oppure potrebbe anche scegliere di cambiare vita, radicalmente.
Potrebbe diventare un bell’orso bruno. Una bella tinta al pelo ed è fatta.
Ci pensi bene, guardi se io fossi un orso polare …

mercoledì 29 dicembre 2010

Se io fossi


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Se io fossi ….
Un operaio
Uno studente
Un disoccupato
Un immigrato
Un cassaintegrato
Un lavoratore in mobilità
Un anziano
Una casalinga
Un precario
Un licenziato
Un aquilano
Un rudere di Pompei
Una donna
Un bambino
Un uomo
Una prostituta, non una escort
Un siciliano
Un campano
Un calabrese
Un lavoratore dello spettacolo
Un infermiere
Un muratore
Un barbiere
Un barista
Un bambino
…..
Un angelo, allora in testa gli piscerei. (*)

(*) Un Lucio Dalla molto ispirato

mercoledì 22 dicembre 2010

Buone feste anche a te



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Scambio di missive con un giovane di 25 anni che pensava che il mio nome e cognome fosse un Nick Name. Ma questa è un'altra storia, una storia mia.

Mentre noi (il PD) pettiniamo le bambole di Bersani ecco cosa mi scrive il giovane, simpatico e sveglio, di 25 anni.

Io sono tendenzialmente di sinistra ... ma così deluso dal Pd da essermi aggregato ai pecoroni della valle e ad aver votato Lega, perchè a livello territoriale Buonanno e Tiramani lavorano veramente bene.
ovvio che non voterò mai berlusconi e se andiamo a votare disperderò il mio voto in liste minori a sinistra!
ma così è la vita ormai
Buone feste anche a te

e buona festa a noi e al PD, dico io, diciamo in tanti.





sabato 18 dicembre 2010

Caro Gesù Bambino

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Caro Gesù Bambino,

la maggior parte delle persone scrive solo a Babbo Natale, ormai da molti anni la distribuzione dei regali è stata affidata in outsourcing a lui. Un po’ di concorrenza gliela fanno la Befana e San Nicola, ma solo in alcune regioni d’Italia. A me quando ero bambino li portava la Befana, abitavo in Puglia. Adesso pare li porti Nichi Vendola di persona da quelle parti.
Ma non è questo il punto e neanche ti scrivo per ricevere un regalo o per farti chissà quali richieste.
Ti scrivo perché questa tua storia personale, tutti gli anni in questo periodo, questa volta più delle altre, mi fa soffrire.
Tu nasci tutti gli anni, arrivi ai dodici anni e stupisci con la tua eloquenza, poi sparisci per un bel po’. Pare che passi molto tempo a studiare, pare anche che giri il mondo. E finisci anche in India e magari incontri i Beatles.
Poi torni al tuo paese. Dimostri quanto sei bravo, hai discepoli, dici cose sagge, ridistribuisci persino il reddito con i pani e i pesci.
Hai 33 anni. Un’età magnifica, ideale per affidarti incarichi di responsabilità. Inoltre tu sei uno umile, anche se a volte un po’ incazzoso quando proprio ti fanno perdere la pazienza però.
Ecco, volevo arrivare proprio qui.
Proprio quando sei arrivato all’età giusta si inventano che ti devi sacrificare. Arriva la settimana santa e ti crocifiggono.
Si, è vero, poi risorgi, ma il leader è sempre lui. Quello con il barbone che da lassù ci guarda tutti. Da secoli e secoli, millenni e millenni.
Per consolarti dicono che siete la stessa entità, sarà ma a me sta cosa non mi ha mai convinto.
Secondo me ti hanno fregato e ti fregano tutti gli anni.
Ascolta, il prossimo anno, a Pasqua non farti fregare ancora.
Abbiamo bisogno di un ricambio, uno di 33 anni a noi farebbe comodo. Molto comodo.

giovedì 16 dicembre 2010

Cretini di tutto il mondo unitevi

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Dice D’Alema che sono cretino e avrebbe ragione perché …
è da cretini stare in un PD che secondo D’Alema deve allearsi con Fini e Casini e quel globe trotter di Rutelli.
D'Alema è invece un genio che non ne ha mai azzeccata una e non sa neanche contare.


D'Alema, da cretini fare dietrofront
15 dicembre, 09:54

ROMA  - La critica sul governo di responsabilità istituzionale e sul dialogo con Fini e Casini è "roba da mentecatti. Nessuno nel Pd è così stupido da poter sollevare questa obiezione. Cosa dovevamo fare? Votare la fiducia a Berlusconi per non fare sponda con Fli e Udc?". Questo il commento di Massimo D'Alema in seguito alla conferma della fiducia al governo da parte del Parlamento. In un colloquio con Repubblica l'esponente del Pd sottolinea che "con questi numeri Berlusconi non può governare" e indica nelle elezioni anticipate "lo sbocco più logico". Tuttavia "la prospettiva di un'alleanza con Fini e Casini" per un esecutivo di transizione "resta in piedi, il voto a Montecitorio non la esclude". Il Pd, sostiene il presidente del Copasir, "non è in un angolo. E non è vero che ora dovremo lavorare in una cornice di alleanze che va da Vendola a Di Pietro e basta. Le altre porte restano aperte per noi". Il presidente della Camera, dice D'Alema, "ha fatto una battaglia vera contro Berlusconi. Gli va dato atto. Certo, non ha né i soldi né il potere del Cavaliere". Per l'ex premier il Parlamento ha raggiunto un "degrado mai visto nella storia della Repubblica", con "deputati comprati, nascosti dietro le tende fino all'ultimo per proteggere la vergogna di un voltafaccia". L'Idv, che ha visto due deputati votare la fiducia, "é un partito del cavolo. Loro la vera opposizione. Figuriamoci. E qualcuno gli dà pure corda".

domenica 12 dicembre 2010

Caro Piero


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Caro Piero,

Mi hanno detto che vuoi fare il sindaco a Torino.
Secondo me avresti potuto farlo 17 ani fa o 10 anni fa, ma avevi altre aspirazioni evidentemente. Giuste aspirazioni.
Adesso aspiri a fare il sindaco, lecito per carità, ma noi cittadini non possiamo  stare appesi alle aspirazioni, e poi non tutte le aspirazioni si possono cogliere. 
Sapessi quante ne avevo io e a quante ho rinunciato …
Ma non è questo il punto e se mi consenti ti darei un consiglio: io fossi in te rinuncerei.
Uno con la tua storia, con il tuo passato non può rischiare un ballottaggio o, peggio ancora, una sconfitta.
E non siamo mica a Milano dove la sconfitta ci può stare.
Siamo a Torino, qua si è vinto a mani basse. Qua, a Torino, abbiamo amministrato per 17 anni, mica mesi. E passare dalle mani basse alle dita incrociate non è il massimo della vita. Ti pare?

Vuoi mica fare la fine di Rutelli?

Rinuncia, fai un beau geste, piuttosto mettiti a disposizione di un giovane amministratore. Quegli amministratori che hanno fatto bella Torino quando tu eri via a cogliere altre aspirazioni.

Poi scusami, non te lo ha mica ordinato il medico di fare il sindaco.
Guarda che la vita fuori è bella, non pensi sia tempo di godersela?


Io fossi in te sai come mi divertirei … camminerei libero per le strade di Torino, la gente mi saluterebbe, andrei a gustarmi un buon gelato. Girerei per musei,  andrei al cinema, in ultima fila però altrimenti togli la visuale a chi ti sta davanti.


Io fossi in te andrei alla riunione di circolo dove potrei raccontare aneddoti della mia vita da parlamentare, così terrei su il morale degli iscritti che ne abbiamo tanto di bisogno neh, caro Piero.


Io fossi in te farei il politico atipico, stacchi e fai il militante. Quello con il blasone però, quello che gli amici e compagni son fieri di conoscere e ti vengono a salutare e ti chiedono consigli. Poi vanno a casa e dicono in famiglia, sapete oggi ho preso un caffè con Piero. Piero chi? Piero Fassino, accidenti! Ma dai? Con Piero Fassino? Quello che è andato da Maria De Filippi? Ma dimmi tu!


Piero, vuoi mettere?


Dai Piero, fermati Piero, fermati adesso, che magari, vedi mai, fra qualche anno ti facciamo Presidente della Repubblica.


Lascia perdere Piero. Anzi lascia vincere.

mercoledì 8 dicembre 2010

Renzi e non solo, la causa e l'effetto



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Scusate se comincio con una metafora che alcuni hanno già sentito.

Un mio carissimo amico aveva problemi ai piedi, invece di andare dall’ortopedico comprava scarpe su scarpe con la speranza di trovare il paio giusto. Spendeva un sacco di soldi: con le stringhe, pianta larga, mocassino, polacchino, clarks, inglesi.
Finalmente prende coraggio, a due piedi in questo caso, e si reca dall’ortopedico. Intervento chirurgico e problema risolto.
Noi di sinistra, riformisti, progressisti, ulivisti e speranzosi siamo come il mio amico nella fase scarpara. Discutiamo, polemizziamo, ci accapigliamo, litighiamo sugli effetti e raramente  andiamo alla causa dei problemi.
Facciamo qualche esempio.
Renzi che si reca ad Arcore.
Il sindaco di Firenze accetta di incontrare il Berlusconi in una delle sue case - e dove altrimenti? Berlusca riceve solo in una delle sue case, mica a palazzo Chigi -  pare senza consultarsi con il partito, con l’ANCI, con il responsabile PD degli enti locali. Questa cosa qui è la causa o è l’effetto?
A mio parere la causa è la mancanza di credibilità di qualcuno che produce l’effetto Renzi ad Arcore.  Faccio prima a decidere da solo altrimenti non ne usciamo e intanto mi guadagno un po’ di titoloni. O no?
Ne facciamo un altro?
Dopo 17 anni di buon governo della città il PD torinese non è in grado di proporre una candidatura torinese autorevole, magari proveniente dall’amministrazione stessa e impone (o si fa imporre), ma forse no (?), Piero Fassino come candidato.
La causa e l’effetto. Noi discutiamo di Fassino e non del PD Torinese.
Nel causo malaugurato che si dovessero perdere le elezioni (effetto) chi si assumerà la responsabilità (causa) della sconfitta? Fassino o il PD torinese?
Ancora uno?
Le regionali in Piemonte. Colpa della Bresso e del suo carattere. Colpa dei candidati che si contendevano i voti di preferenza a scapito del voto di lista. Colpa dei grillini. Colpa delle liste taroccate e di Scanderebech. 
Le regionali in Piemonte hanno riportato una percentuale di non voto mai vista in passato, non voto che colpisce soprattutto a sinistra. 
Dov’è la causa? Qual è l’effetto? 
Dobbiamo discutere della Bresso e di Scanderebech o della scarso appeal della sinistra e del PD in particolare?
E che dire di Vendola? Vendola è la causa o l’effetto delle batoste che il PD prende alle primarie?
E potrei continuare, ma tornando alla metafora forse sarebbe meglio un bell’intervento chirurgico che ci raddrizzi i piedi per consentirci di camminare spediti. Camminare porta ossigeno al cervello.
Per quanto riguarda Renzi, cazziamolo pure, ma scendendo dal pulpito che l’armadio è pieno di tragiche stupidaggini e tutti coloro che le hanno commesse sono ancora li e non hanno intenzione di smettere.
E’ dal 1998 che facciamo tragiche stupidaggini, sarebbe ora di smettere

domenica 28 novembre 2010

Noi credevamo non fosse una tale cagata



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Noi credevamo, mio moglie ed io, che il film Noi credevamo fosse un film sull'Unità d'Italia, sui 150 anni. Un film  che regalasse una ragione per crederci ancora all'Unità d'Italia. Un film sul percorso e sulla costruzione dell'Unità d'Italia. Un film, per esempio, sui tanti bergamaschi andati a Quarto per sbarcare a Marsala, un film rivolto ai giovani per dare loro speranza. Un film critico, ma con uno sguardo al futuro.
Invece no.
Abbiamo visto una fiction brutta, ma proprio brutta.
Un film triste. Mazzini già vecchio a trentanni, Garibaldi che appare come la madonna incoronata sul cucuzzolo della montagna, i carbonari pazzi, ladri, opportunisti o tristi come la donnina allegra di Lucio Dalla. La Cristina Belgioioso generosa, fino ad un certo punto, ma un po' schizzata e malata di sesso. I garibaldini guitti, ignoranti e un po' scemotti.
I bersaglieri piemontesi ovviamente ottusi, mancavano solo di bagna cauda.
Insomma una cagata così deve averla commissionata Bossi a Martone.
Che brutto film. Che occasione persa.
Alla fine del film il gelo in sala.

Ps ad un certo punto due dei protagonisti si riposano sotto i travi in cemento armato di una casa in costruzione. Cacchio gli italiani, dico io, avevano già inventato il cemento armato prima di Roma capitale. Poi ci ripenso, magari il grande regista voleva alludere alla speculazione edilizia? Che genio.

venerdì 26 novembre 2010

Bravo Tric


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Riporto con piacere l'iniziativa di Roberto Tricarico, assessore alla casa e all'ambiente del comune di Torino. Inizativa che potete condividere su facebook, la trovate qui: 

http://www.facebook.com/note.php?note_id=474763782397&id=1367634699


Una poltrona per due - Assessore per un giorno


 Per chi ama la città, entrare nella stanza dell'Assessore è come aprire la porta che dà direttamente l'accesso al terrazzo dell'ultimo piano dell'edificio più alto di Torino: vedi dall'alto tutto quello che sta sotto e se fai lo zoom riesci a scorgere ogni particolare.

Per condividere questa straordinaria esperienza ho deciso di invitare chi ama Torino a proporsi di passare un'intera giornata con me, da Assessore civico, per respirare le fatiche, l'impegno e le soddisfazioni di chi è chiamato al governo della città.

Il giorno, da definire insieme, sarà ovviamente quello più duro. 

L'unica condizione è che il candidato Assessore civico a fine giornata elabori e condivida un’idea per la città.

Proponiti, motivando la tua adesione e indicando indirizzo di posta elettronica e numero di telefono, scrivendo a: datorinopertorino@gmail.com 

domenica 21 novembre 2010

Torino è vicina a Milano e Bari non è molto distante

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Francesco Profumo, il rettore del Politecnico di Torino, pare, ma non è detto, forse, ma non è certo, stia per sciogliere la riserva e accetti la proposta di candidatura a sindaco della città di Torino.
La proposta arriva dal PD ed è gradita da UDC e API.
Il PD esprimerà un altro candidato, Davide Gariglio, esponente dalle molte preferenze dell’area cattolica del partito.
Molto probabilmente l’area di sinistra della coalizione non starà a guardare e presenterà un suo candidato. Quasi certamente un assessore dell’attuale giunta, probabilmente appoggiato da Nichi Vendola.
La previsione è molto facile, Torino è vicina a Milano. Profumo come Boeri.
Caro professor Profumo, chi glielo fa fare? C’è una patria da salvare? Non credo proprio.
Torino si avvicina al cambio di sindaco dopo venti anni di buona amministrazione, Chiamparino è stato il sindaco più stimato d’Italia e gode di grande popolarità anche fuori dai confini. Sergio Chiamparino ha una squadra di assessori bravi che hanno contribuito in modo determinante al successo dell’amministrazione uscente.
La scelta coerente e conseguente del PD sarebbe quella di individuare e far competere alle primarie uno degli assessori della giunta. Ma così sarebbe troppo facile e si rischierebbe di vincere le primarie.  Noi del PD siamo nati per soffrire non per gioire.
Caro professor Profumo, lasci perdere. Torino è vicina a Milano e Bari neanche tanto lontana.

PS: Roma invece, caro Fassino, è molto distante. 

giovedì 18 novembre 2010

Mixer

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Prove per un governo di alleanza democratica

Pierluigi, hai portato i valori
Si, e tu Gianfranco
Certo, metti insieme e mischia.
Alza tu, le carte le do io.
Mi gioco "E' bello, nonostante tutto, essere italiani"
Rispondo con "Guardare il mondo con gli occhi dei più deboli aiuta a realizzare un mondo migliore"
Metti nel mixer …
“Guardare il mondo con gli occhi degli italiani aiuta a realizzare un mondo più debole.”

martedì 16 novembre 2010

Da Torino per Torino


 “ … Dove siamo? A New York, a Parigi, a Madrid? No, nella Torino del 2010. …  “
Copiato e incollato dalla rivista I Meridiani dedicata a Torino.E’ la prima volta che la rivista, prestigiosa, dedica la copertina a Torino. I Meridiani nasceva venti anni fa, combinazione. Proprio quando cominciava faticosamente la rinascita di questa città. La città che si animava, si fa per dire, solo quando in Fiat si cambiava il turno.
Torino è viva, è cambiata. Guardatela dall’alto, come era e come è.
E’ cambiata senza stravolgersi, ha mantenuto quel cicinin di sabaudo che non guasta, quello dei caffè, delle piazze, dei palazzi e di una certa galanteria. Torino è grazie a venti anni di buona amministrazione: due sindaci e bravi assessori.
Non c’è cilindro in cui andare a cercare, non c'è viaggio a Roma da fare. Il futuro sindaco lo possiamo cercare a Palazzo di Città. Sarebbe conseguente, coerente, comprensibile e condivisibile. E anche più facile.

domenica 14 novembre 2010

Destra e Sinistra, un utile ripasso

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E’ un’occasione da non perdere l’invito di Fazio e Saviano a Bersani  (e Fini) ad intervenire al loro programma per elencare le differenze tra destra e sinistra. Per Bersani (e Fini) un porta per porta che raggiungerà milioni di persone. Bersani (e Fini) potrà elencare i valori, le proposte, le differenze. Se lo saprà fare, se non dimenticherà i “fondamentali” questo intervento varrà più di un tomo di 280 pagine di prodiana memoria o i famosi 10 punti di programma veltroniani (che poi diventarono 11 poi 12 … ). Partecipiamo al gioco, che tanto gioco non è, aiutiamo Bersani ( e di riflesso Fini).

Comincio io:
Imposte in proporzione al reddito sono di sinistra e ridurre la distanza tra ricchi e poveri anche.
La repubblica parlamentare è di sinistra.
Un simbolo senza cognomi è di sinistra (e mi dispiace per Vendola).

Ne avrei altre, ma lascio giocare anche voi. "Rimboccatevi le maniche".

PS: Bersani sulle differenza ha già cominciato a onor del vero.

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