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sabato 18 dicembre 2010

Caro Gesù Bambino

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Caro Gesù Bambino,

la maggior parte delle persone scrive solo a Babbo Natale, ormai da molti anni la distribuzione dei regali è stata affidata in outsourcing a lui. Un po’ di concorrenza gliela fanno la Befana e San Nicola, ma solo in alcune regioni d’Italia. A me quando ero bambino li portava la Befana, abitavo in Puglia. Adesso pare li porti Nichi Vendola di persona da quelle parti.
Ma non è questo il punto e neanche ti scrivo per ricevere un regalo o per farti chissà quali richieste.
Ti scrivo perché questa tua storia personale, tutti gli anni in questo periodo, questa volta più delle altre, mi fa soffrire.
Tu nasci tutti gli anni, arrivi ai dodici anni e stupisci con la tua eloquenza, poi sparisci per un bel po’. Pare che passi molto tempo a studiare, pare anche che giri il mondo. E finisci anche in India e magari incontri i Beatles.
Poi torni al tuo paese. Dimostri quanto sei bravo, hai discepoli, dici cose sagge, ridistribuisci persino il reddito con i pani e i pesci.
Hai 33 anni. Un’età magnifica, ideale per affidarti incarichi di responsabilità. Inoltre tu sei uno umile, anche se a volte un po’ incazzoso quando proprio ti fanno perdere la pazienza però.
Ecco, volevo arrivare proprio qui.
Proprio quando sei arrivato all’età giusta si inventano che ti devi sacrificare. Arriva la settimana santa e ti crocifiggono.
Si, è vero, poi risorgi, ma il leader è sempre lui. Quello con il barbone che da lassù ci guarda tutti. Da secoli e secoli, millenni e millenni.
Per consolarti dicono che siete la stessa entità, sarà ma a me sta cosa non mi ha mai convinto.
Secondo me ti hanno fregato e ti fregano tutti gli anni.
Ascolta, il prossimo anno, a Pasqua non farti fregare ancora.
Abbiamo bisogno di un ricambio, uno di 33 anni a noi farebbe comodo. Molto comodo.

mercoledì 24 dicembre 2008

Liberamente tratto da "Canto di Natale" di Charles Dickens

 Il terzo spirito (il Natale Futuro) si presenta come una figura altissima, avvolta da un nero mantello e un cappuccio da cui nulla traspare se non una mano che sporge da una manica. Invano Silvio chiede che parli, la figura è silenziosa, e lo guida solo con un dito. Siamo ancora ad Arcore , e Silvio assiste a diverse scene il cui argomento è la morte di un vecchio tiranno, deriso da tutti. Due politici del suo partito parlano del suo prossimo funerale: mentre uno (di Alleanza Nazionale) afferma di andarvi per puro dovere, l'altro (ex socialista), schernendo il  defunto, è interessato soltanto a rifarsi a sue spese con la cena gratis del funerale. Un povero padre in cassa integrazione non nasconde alla famiglia il sollievo per la sua morte perché chiunque andrà al governo, il futuro premier sarà sempre più buono di lui. In un circolo della libertài seguaci del defunto si dividono tutto quello che hanno potuto rubare in casa sua, incluse le tende del baldacchino che ne proteggevano il corpo e la camicia sottratta dal suo abito funebre: l'ammontare totale è venduto su Ebay tra le risate di tutti. Intanto un profondo dolore ha colpito il Partito Democratico Veltroni è morto di stress. È lutto profondo, dolore immenso. 

 Silvio vorrebbe sapere chi è il vecchio tanto odiato da tutti, ma quando il fantasma lo porta davanti al capezzale non osa scoprire il lenzuolo che ne ricopre interamente la salma. Silvio vede che la sua casa della libertà è stata venduta, e pure Mediaset, vorrebbe entrare, ma il fantasma indica invece un'altra direzione: Silvio entra nel cimitero, dove la mano dello spettro indica una lapide con scritto: Silvio Berlusconi! Il pentimento è completo, il messaggio è andato fino in fondo al cuore di Silvio

Silvio si ritrova nel letto e scopre che è mattina presto, il Natale ha fatto il suo ingresso, glielo conferma un Capezzone che passa sotto la sua finestra. Forte della lezione ricevuta manda Capezzone  a comprare il piu' grosso tacchino in vendita al negozio li' vicino e premiandolo con una corona glielo fa portare a casa di Di Pietro quindi, sbarbato e ripulito, esce per strada salutando tutti con affabilita' e trova la forza di presentarsi a casa di Napolitano che lo aveva invitato per Natale, accolto con calore passa il piu' bel Natale della sua vita. La mattina dopo in Parlamento aspetta l'arrivo dell'opposizione che si presenta in ritardo e ancora ignara del cambiamento del premier  in un primo momento lo prende per pazzo ma Silvio li tratta da quel momento da amici, dà loro ragione su tutto, si dimette e chiede scusa a tutto il popolo.

Sdedica al volontariato e  soprattutto a Veltroni, che guarisce. Con l'opposizione e con il popolo tutto si instaura un profondo legame di amicizia. Da allora Silvio diventa una delle persone più amate, e trova finalmente la pace dell'anima.

Lo so è una favola, non accadrà mai. Ma è Natale e cosa costa sognare divertendosi un pò.

 Auguri a tutti. Facciamogli gli auguri almeno a chi stimiamo e vogliamo bene. Faccio gli auguri a Soru (perchè evita il conflitto d'interessi), a Saviano (per il coraggio e perchè regala speranza), a Gad Lerner (perchè il suo blog è aperto e lui ci mette la faccia), a tutti quelli che mi leggono soprattutto a Redentatiria.  

Non mangiate troppo che fa male e non è bello.

giovedì 11 dicembre 2008

5 babbi natale di cui 3 piccoli

Cinque babbi natale si stanno arrampicando per entrare in casa. Due di "statura" normale sono aggrappati al balcone. Tre piccoli, forse cinesi, sono appesi al muro e sembrano in procinto, con una manovra aggirante, di superare i due sul balcone che sono appesantiti da un benessere recente.

Ma i consumi si sono ridotti ed anche le letterine spedite in Lapponia hanno richieste modeste. Molti non le hanno neanche spedite, si sa i francobolli costano. Molte letterine hanno perso le decorazioni e sono semplici fogli di carta. In molte letterine si chiede ai babbi natale un lavoro nuovo e più sicuro per il papà e la mamma. Qualche bambino cinicamente e con molto senso pratico ha chiesto la possibilità di rottamare gli attuali genitori per averne di nuovi e benestanti. Chi è ricco continua ad avere il babbo natale personale e dedicato e chiede cosa vuole, con questa storia non c'entra.

La crisi si sente anche in Lapponia. Fino allo scorso anno i babbi natale si accordavono per suddiversi il mercato: tu ti fai l'Italia, tu la Francia, tu che sei piccolo ti fai l'Africa e puoi fartela anche da solo, e così via.

Adesso invece c'è concorrenza, i babbi natali si sfidano per arrivare prima degli altri. Chi ce la fa mantiene il posto di lavoro, il costume, le renne e la slitta. Ed ancora un anno è garantito, anche se il lavoro è duro, precario e soprattutto poco sicuro. Niente di strano se un babbo natale cade da una ringhiera a 5° piano e ci rimane secco lasciando le renne in lacrime.

Però che tristi questi babbi natali arrampicatori, quasi quasi peferisco la befana!

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