martedì 27 aprile 2010

La pochette "alternativa"





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Tutti, TUTTI, gli eletti del Partito Democratico ovunque essi siano stati eletti, dal Senato ai  consigli di circoscrizione dovrebbero indossare una pochette tricolore. Indossarla sui luoghi dove esercitano il ruolo per il quale sono stati eletti e in occasione di apparizioni pubbliche. Come fanno i leghisti, ma con tre colori belli e vivaci. Tre colori che uniscono e non dividono. Buona Italia a tutti.

ps: la foto è un fotomontaggio, fatela girare.

lunedì 19 aprile 2010

Meno tasse per Tutti, ma chi è Tutti?

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Berlusconi ha promesso la riforma fiscale anticipandone i contenuti, vuole passare da un regime che prevede aliquote differenziate da calcolare su scaglioni di reddito a due aliquote sole: 23% e 33%. Il 23% fino a 100.000,00 euro di reddito lordo e 33% oltre i 100.000,00 euro di reddito lordo.

Non sono un esperto di tasse e dintorni, ma quattro formule in excel riesco a impostarle.  
Ho costruito una tabella di simulazione prendendo spunto dall'articolo di repubblica del 20/11/2009 e di cui riporto il link:
Dalla tabella risulta evidente a chi gioverebbe la riforma "furbesconiana", più guadagni più risparmi. Oltre un certo reddito si arriverebbe ad un importo di minor tasse pari ad una mensilità. I redditi bassi e medi riceverebbero briciole. 
Inoltre questi sgravi, il bilancio deve quadrare, sarebbero compensati giocoforza da minori servizi.
Ripeto, non sono un esperto se qualcuno "in sala" è un esperto e vuole approfondire è il benvenuto.
Spero anche batta un colpo il mio partito (il PD).

Clicca sull'immagine per ingrandire




























sabato 17 aprile 2010

Caro Pd - di e da Pippo Civati



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Pubblico l'articolo di Pippo Civati pregando chi si ritrova di diffondere.

Il contributo del vostro affezionatissimo, oggi, per l'Unità.

Caro Pd,

«Show, don’t tell», dice qualcuno. Faccelo vedere, il cambiamento, non raccontarlo soltanto. Non descriverlo per poi non realizzarlo. Non parlare per mesi di quote rosa, eleggi qualche donna. Non discettare di ricambio, fai dialogare le generazioni (e fallo, però, un po’ di ricambio, che altrimenti lo fanno gli altri). Non dedicare a cose interne (intime!) tutta la tua vita. In una casa si abita, non si è costretti a partecipare ad un’eterna assemblea di condominio, parlando escluisivamente del regolamento e delle spese condominiali. Non parlare solo di chi dice le cose: in un giornale, si leggono gli articoli, non il colophon. Esci da te stesso, e dal tuo stream of consciousness. Parla di cose, caro Pd. Di cose precise, che è tutto così confuso, nel dibattito politico, che poi la gente per forza non si appassiona.
Diventa il partito dei giovani: non dei giovani dirigenti, il partito dei giovani elettori. Rappresenta le cose nuove e quelle antiche e cerca le parole giuste per descriverle e per proporle, lontano dalla banalità, però, e dalla semplificazione, proprio perché sei diventato consapevole che devi essere semplice lo stesso, “con altri mezzi”. Il nuovo ambientalismo e gli antichi diritti (che tra un po’ si estingueranno per tutti i lavoratori). Parla di stranieri, non ti vergognare, perché tutto quello che gli altri hanno raccontato finora è inutile, propagandistico e anche parecchio stronzo.
Unisci questo paese, non con la retorica, con le soluzioni, con le responsabilità, con un racconto che possa essere capito e interpretato da tutti. Parla di lealtà nei confronti dei contribuenti e di chi fa impresa: perché gli evasori sono i veri clandestini e con i cittadini che pagano le tasse va rilanciato un patto nuovo, in cui tutti si sentano presi sul serio (o non si sentano presi in giro, se preferisci). Diventa il partito del pluralismo, in cui le qualità di tutti possano emergere, che sia partecipato e aperto, per poi decidere in modo democratico.
Ti hanno chiamato Partito Democratico. Lo sei? Ecco. Fatti un giro al bar e ascolta le questioni che stanno a cuore alle persone, nella loro quotidianità. Frequentala, la loro vita, senza intrometterti nelle scelte etiche (anzi trovando il modo per farle rispettare) e negli stili di vita di ciascuno, avendo bene a mente un’idea di società inclusiva e rigorosa. Lotta contro le disuguaglianze. Fai l’opposizione allo scudo fiscale e alle scelte che devastano i Comuni. Sii onesto, non dare la colpa agli altri, se sei tu a sbagliare. Perché, così facendo, sbaglierai di certo anche la prossima volta. Ci sono un sacco di persone che non sono andate a votare, e la 'a' di astensione viene prima della 'u' di Udc, non dimenticarlo. Da ultimo, non avere fretta, ma, mi raccomando, non perdere troppo tempo.
Fatti sentire. E quando hai finito, bevi un sorso d’acqua pubblica e spegni la luce, perché il nucleare di Berlusconi arriva nel 2025. E pensa a che cosa fare per l’economia, oggi e nei prossimi anni, con lo stesso impegno, perché in questo momento c’è un sacco di gente angosciata che non riesce a prendere sonno. E che quando si addormenta, forse, sogna qualcosa di diverso da quello che l’Italia è diventata.




venerdì 16 aprile 2010

Ritrovare l'orgoglio

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Il ritornello è diventato fastidioso e si sta trasformando in alibi: la lega Nord è presente sul territorio e sa parlare alla gente. Al Nord.
Se è per questo anche la mafia è presente sul territorio è sa “come” parlare alla gente. Al Sud e anche al Nord.
Direi di smetterla.
Direi anche di smetterla di affermare che la Lega è, da questo punto di vista, la continuazione del Partito Comunista.
Direi di smetterla.
La Lega fa un lavoro facile e sporco. Anche la mafia fa un lavoro facile e sporco.
Tutte e due le organizzazioni sono armate.
Una e’ armata di rivendicazioni che puntano a dividere i cittadini, a  creare nemici,  a stabilire delle precedenze basate sul certificato di nascita, sulla fede religiosa e persino sul cibo che mangi. Si alimenta di paura che genera odio.
L’altra è armata di Kalashnikov. Si alimenta di paura che genera sottomissione.
Stare così sul territorio è facile. “Parlare” così alla gente è facile.
A noi, che stiamo sull’altra sponda del fiume, tocca fare un lavoro difficile e pulito.
Noi dobbiamo proporre un progetto di paese civile dove i diritti sono uguali per tutti, perché tutti contribuiscono al benessere di questo paese. A prescindere da cosa mangi, dalla tua fede religiosa e da dove arrivi.
Noi dobbiamo fare l’elenco e stabilire le priorità. Noi dobbiamo dimostrare che una Italia diversa è possibile.
Così ritroveremo l’orgoglio e il coraggio di fare il lavoro difficile e pulito. 

giovedì 8 aprile 2010

Intanto non si vota più

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Nella mia circoscrizione (San Salvario, a Torino) cinque elettori su dieci non hanno espresso un voto di partito. il risultato delle liste elettorali viene calcolato sui voti validi e questo vuol dire che i partiti rappresentano la metà dei cittadini iscritti  ai seggi elettorali. Per fare un esempio, quando si dice che un partito ha conseguito il 20%  dei voti si intende dei voti di lista, nella mia circoscrizione quel 20% rappresenta il 10%  dei cittadini con diritto di voto. Questo dato, che non è solo della mia circoscrizione, viene, a mio parere, taciuto o sottovalutato. Infuria, si fa per dire, nel mio partito (il PD) il dibattito sull’appeal dei candidati, sul ricambio generazionale, sull’insuccesso dei signori delle preferenze, sulla trombatura degli assessori.
Intanto non si vota più.
Intanto non si vota più in un paese allo sfascio, in un paese dove c’è una crisi economica e sociale da paura, criminalità organizzata, democrazia a rischio, corruzione, un premier da operetta, un partito xenofobo leader al nord e al governo del paese.
Intanto non si vota più.
Intanto non si vota più e il mio partito propone un’altra Italia. Quale?
Io sarò stupido, ma non ho capito quale sarebbe l’altra Italia.
Se magari me la spiegaste potrei fare il passaparola e convincere qualcuno a tornare a votare.
Per favore me la spieghi uno solo, uno capace di fare la sintesi delle diverse, troppe, Italia che vivono nel PD.
Veloci però che a rischio non è solo il PD, ma la democrazia e il senso di una militanza.

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