mercoledì 16 giugno 2010

Un link per L'Aquila


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MissKappa o Anna Pacifica Colasacco:

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venerdì 11 giugno 2010

I dittatori

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I dittatori non sono mai belli, fateci caso.
I dittatori passano dalla risata all’isteria, dalle promesse alle minacce.
I dittatori si circondano di gente strana: con sguardi allucinati, espressioni un po’ bovine, occhi spiritati, occhiali bicolore, con fissazioni patologiche e attici economici.
I dittatori hanno amanti appassionate, al potere ed al denaro.
I dittatori incendiano la folla, in un modo o in un altro. Anche i libri e se serve chi li scrive.
I dittatori, silenzio il nemico ti ascolta. Parla piano e spegni quel coso.
I dittatori di solito lavorano conto terzi, sono un subappalto.
I dittatori non sono buoni, neanche da mangiare.
I dittatori non sono generosi, non possono essere generosi, il mandato non lo prevede.
I dittatori vorrebbero fare un patto con il diavolo, ma il diavolo non esiste.
I dittatori hanno paura, non dormono tranquilli.
I dittatori sono come i birilli, presto o tardi cadono giù.

Giochiamo.

Quando io ero piccolo, ora è un libro



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A volte il social network unisce, appassiona, emoziona e realizza un piccolo ma grande progetto. E' uscito il libro con una selezione di racconti condivisi nel gruppo facebook "Quando io ero piccolo".  E' in vendita qui: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=456387

Ecco il comunicato stampa che annuncia l'uscita: 

“Mi racconti di quando eri piccolo?”
E da Facebook nasce il libro


Una selezione di racconti postati sul social network dagli iscritti al gruppo “Quando io ero piccolo” sono diventati un’antologia e, tramite ilmiolibro.it, un caso di  editoria online i cui proventi saranno devoluti all’associazione di volontariato Annulliamo la Distanza per progetti a favore dei bambini

Milano, 09 giugno 2010 – “Papà, mi racconti di quando eri piccolo?”. Nasce da questa elementare domanda, che ogni bambino prima o poi rivolge al proprio genitore, un originale caso di editoria online che al contempo sposa la causa della solidarietà con i bambini. I più svantaggiati, proprio quelli che senza un aiuto da chi ha di più potrebbero non avere mai la fortuna di aprire un libro.
Alberto Giarrizzo, un consulente economico di Siracusa, di fronte alla richiesta della propria figlia, ha pensato di non limitarsi a raccontarle qualche ricordo d’infanzia la sera prima di dormire: scrive un racconto, poi pensa che fermare frammenti du temps perdu è un’esigenza che probabilmente anche altre persone sentono. Che condividere questi momenti con genitori che si sono sentiti porre la stessa domanda dai propri figli sarebbe un’opportunità educativa quanto piacevole.
Riflette che oggi il mondo di internet e dei social network rende assai più facile di una volta una simile operazione: così fonda su Facebook il gruppo “Quando io ero piccolo” e vi posta il suo primo racconto, ben presto seguito da quelli dei suoi amici, tra cui Augusto Montaruli, torinese, ex dipendente HP, che diventa animatore del gruppo e promotore di questo nuovo progetto.
Con la rapidità che solo il web è in grado di accendere, il “passaparola 2.0” porta gli iscritti al gruppo a superare le mille unità e i racconti alla soglia del centinaio.
A maggio 2010 – dopo meno di un anno – il gruppo è formato da oltre duemila persone, appartenenti a diverse generazioni e provenienti da tutt’Italia, che hanno contribuito a creare un archivio condiviso di oltre duecento racconti e moltissime foto. In comune, il desiderio di narrare e di non vedere disperso il patrimonio della memoria e dell’esperienza di così tante persone.
È da questo patrimonio che viene distillata l’antologia “Quando io ero piccolo” – Storie da condividere, che raccoglie emozionanti racconti tutti firmati da autori esordienti accomunati dallo stesso desiderio e dagli stessi valori; la raccolta viene pubblicata sfruttando ancora una volta gli strumenti messi a disposizione dal mondo digitale e del web: autoprodotto tramite il sistema http://ilmiolibro.kataweb.it/, il libro può oggi essere acquistato on line (al prezzo di 15,00 euro) al link: 
Oppure attraverso il sito www.annulliamoladistanza.org, giacché questo brillante caso di editoria online “open source” è diventato anche un’iniziativa di solidarietà: il ricavato della vendita del libro andrà infatti a sostenere “Camminiamo Insieme”, un progetto di ortopedia pediatrica a favore dei bambini eritrei attivato da Annulliamo la Distanza (AnlaDi), associazione di volontariato onlus attiva in progetti a favore dei bambini nei Paesi in via di sviluppo, in primo luogo in Eritrea.
“La nostra speranza è che il libro che abbiamo realizzato per passione e con spirito di condivisione si riveli solo il primo passo di un ‘cammino della memoria’ duraturo nel tempo e utile per il maggior numero possibile di persone”, commenta Augusto Montaruli, anima del progetto. “Nessuno di noi aspira a una fama letteraria ‘commerciale’, ma se la prima antologia avrà successo saremo felici di poter lavorare a un secondo volume, per fermare sulla carta nuovi racconti e nuove immagini”.
“Per noi è importante la collaborazione con il gruppo di ‘Quando io ero piccolo’ – prosegue Enrico Bosisio, referente per la Lombardia di AnlaDi – “perché ci aiuta a realizzare il futuro dei bambini meno fortunati, nella speranza che un giorno anch’essi possano avere ricordi felici da condividere in una nuova antologia multiculturale”.
***
Annulliamo la Distanza è un’associazione nata oltre 10 anni fa che collabora alla realizzazione di progetti socio sanitari ed educativi per bambini nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Eritrea, finanziandoli con l'aiuto dei sostenitori e gestendo le risorse in modo trasparente. In 10 anni i Volontari di Annulliamo la Distanza sono riusciti a realizzare progetti per oltre 25.000 bambini.

Contatti stampa

Imageware
Mario Gazzola
mgazzola@imageware.it
via Moretto da Brescia, 22
20133 Milano
Tel. +39 02 700251

domenica 6 giugno 2010

Sacrificio, il significato



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Ce lo stanno ripetendo insistentemente da giorni, bisogna fare sacrifici. Il sacrificio è nella manovra di tremonti e furbesconi. Il rituale è sempre lo stesso come le vittime, i doni (e condoni) e le divinità.

Evviva!

sacrificio
[sa-cri-fì-cio]
tosc. o lett. sacrifizio, ant. o region. sagrificio, sagrifizio
s.m. (pl. -ci)

1 Azione sacra consistente nell'offerta solenne alla divinità di vittime o di doni al fine di onorarla o di rendersela propizia: il s. di una vittima alla divinitàcompiere, fare un s.offrire una vittima in s.s. espiatorio, propiziatorio, purificatorio

dal dizionario online Hoepli


giovedì 3 giugno 2010

Boriello, Saviano, Primo Levi e Solgenitsin

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Boriello, centravanti napoletano, con alterne fortune, del Milan di Silvio Furbesconi, dichiara che Saviano con Gomorra avrebbe lucrato sulla sua città. In altre parole s’è fatto i soldi grazie allo sputtanamento del napoletano.
Sarebbe come dire che Primo Levi avrebbe lucrato sulla città di Auschwitz e Solgenitsin avrebbe preso il Nobel sputtanando la Siberia.
E’ cacchio, anche la camorra merita il politically correct.

Saviano dovrebbe alternare un capitolo sulla camorra con uno sulla pizza o sulla melodia napoletana.
Primo Levi avrebbe dovuto scrivere anche “Se questa è una patata”, elogio del cibo più popolare da quelle parti.
Solgenitsin invece avrebbe dovuto scrivere “Che culo, pensa se finivo alla Cayenna col caldo umido che si ritrova” e convincerci che è da privilegiati fare i lavori forzati al gelo.

Troppi colpi di testa o contratto da rinnovare, caro Boriello?

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