Ho letto su http://nonleggerlo.blogspot.com/2008/12/un-giorno-di-ordinaria-ferrovia.html una storia di ritardi ferroviari, disservizi ed arroganza di capitreni. Questa storia mi ha ricordato mio zio.
Mio zio assomigliava a Jean Gabin. Faceva il ferroviere, gestiva una squadra di cantonieri che aveva il compito di tenere in ordine le linee ferroviarie. Era bolognese ed era naturalmente comunista. Ricordo il rito della preparazione delle lasagne, ricordo quando leggeva tutto assorto L'Unità e Rinascita.
Il suo lavoro lo aveva portato ad abitare nelle piccole stazioncine ferroviarie dei piccoli comuni o delle frazioni. In Puglia ed in Piemonte. Ricordo le vacanze passate da lui quando mi faceva chiudere ed aprire i passaggi a livello mettendomi in testa il cappello da ferroviere.
Ricordo le corse sui binari con i carrelli, quelli a mano che si vedevono nelle comiche di Buster Keaton o nei vecchi film western. Ricordo le gite in treno, viaggiando gratis, in terza classe (e si c'era la terza classe) con mio cugino. Ricordo le fughe, sempre con mio cugino, con la vespa 150 di mio zio. Ricordo una alluvione, mio zio e la sua squadra giorno e notte a lavorare. Ricordo le gite in treno, viaggiando gratis, in terza classe (e si c'era la terza classe) con mio cugino.
Mio zio era comunista, mio padre invece era decisamente sul fonte opposto. Si rispettavano e si volevano bene. Erano due persone oneste e leali. Perchè avevano una guerra in comune uno in Africa e l'altro in Russia. Avevano in comune una pausa di guerra quando avevano conosciuto in un bel posto di mare due sorelle che poi avevano sposato. Due matrimoni molto sobri visti i tempi.
Mio zio era talmente comunista che diventava segretario della locale sezione del PC ad ogni trasferimento. E morto dopo pochi anni il pensionamento in un piccolo comune del Biellese ... da segretario del PC.
Adesso i treni passano veloci e non si fermano più dove abitava mio zio. I ferrovieri adesso chissà chi votano.
Mio zio ferroviere con queste ferrovie non ha niente da spartire.
Allora ti viene nostalgia, se non dell'epoca sicuramente delle persone.
9 commenti:
io pur vivendo adeguatamente il mio tempo presente,guardo spesso al passato,certo perchèè iltempo della giovinezza che non c è più (almeno quella anagrafica)ma anche perchè (come dico spesso allle mie figlie)non bisogna mai scordare da dove veniamo... io credo che chi non ha passato non ha neanche futuro....e credo che questo ci aiuti anche a rimanere ...PERSONE VERE, razza ormai in via di estinzione.....
Pure io sono cresciuto in una famiglia di ferrovieri,mio padre naturalmente comunista e attivista,mi hai fatto ritornare in mente ricrdi d'infanzia passati alla stazione e alla sezione di partito di mio padre.
Mi piacciono molto le storie, i ricordi, i racconti di professionisti di un tempo.
Per fortuna ancora oggi ce ne sono molti, ma credo che una certa magia sia ormai scomparsa (io sono dell'83, quindi non ho conosciuto il boom o altri periodi magici).
Grazie, a presto, Wil (farò presente a Giuli)
Questa mattina anch'io mi son svegliata con una sensazione di vuoto nell'anima.Ho annusato l'aria fresca dopo giorni di neve e pioggia e sono riaffiorati ricordi della mia infanzia.Ho una memoria molto "odorosa" e quell'aria fresca mi ha fatto venire in mente le passeggiate nei boschi di circa 25 anni fa quando ancora bambina andavo a raccogliere il muschio per il presepe, il pungitopo, l'agrifoglio e quindi l'odore dei boschi.I miei compagni di viaggio o meglio accompagnatori erano i cosiddetti "vecchi del paese", uomini e donne che avevano visto la guerra, le staffette e la lotta partigiana proprio sui sentieri che stavamo percorrendo.Gente di tempra forte a cui bastava guardare una montagna e capire come sarebbe cambiato il tempo in poche ore.Stavo ore e ore ad ascoltare i loro racconti e come dici tu di tuo zio , ogni tanto ne sento la nostalgia.
Erano proprio altri tempi ed erano altre persone, sicuramente migliori sotto molti punti di vista di quelle odierne:-)
Ci sono ancora adesso quelle persone, sono solo in un cantuccio, da qualche parte, invisibile. Ma ci sono e presto o tardi .....
Ciao zio! Che bel post hai pubblicato,ti dico la verità mi avrebbe fatto piacere vedere di nuovo lo stesso amore che i ferrovieri ci mettevano nel loro lavoro.
mio padre domenica, a tavola, per la festa della mamma mi guarda e mi dice: "mi sento come quei vecchi comunisti che non hanno piu' il PC e non hanno piu' niente in cui credere". Mio padre e' diventato di sinistra nel 1994 per ovvie e giustificabili ragioni, meno storiche di quelle della sua famiglia, da sempre anarchica o della famiglia di mia madre: tutti mangia bambini.. anche io pensandoci mi sento come un vecchio comunista.. quando sono partita da emigrante dieci anni fa, i delinquenti, i ladri, i bancarottieri si pensava dovessero stare in carcere.. da quando sono tornata.. mi hanno detto che devo essere garantista e non si puo' fare di ogni erba un fascio (la parola mi fa venire i brividi).. e quindi secondo la nuova sinistra dovrei accettare nel mio parito degli avanzi di galera.. perche' non si sa se sono colpevoli.. nel dubbio che si chiariscano con la Legge e poi tornino.. ma finche' c'e' il dubbio siccome ho sempre lavorato e mai rubato non vorrei che la mia immagine si associasse alla loro..
sono anche diventata meno rigida sul conflitto di interesse.. mi hanno detto che bisogna mediare..
sono anche diventata piu' aperta alle differenze e accetto che si dica "Fini, il nuovo leader della sinistra"..
Forse si: sono veramente anche io una vecchia comunista perche' credo che questa democrazia svuotata di valori e principi sarebbe da salvare..
ahah, Arturo carissimo la Ferrovia era una scuola di vita per noi! Mio padre e mio zio fratelli capotecnico superiore erano dei geni dell'impianto elettrico. Anche loro avevano sposato due sorelle mia madre e mia zia:) Hai ragione che erano altre persone, avevano un vissuto fatto di dolore, di ricordi di una guerra ancora vicini, la povertà di non avere tutto quello che riusciamo ad avere noi oggi.Anche per quello forse era piu' facile essere "comunisti" : Fortebraccio il sabato era un must,le case della ferrovia sono state lo scenario di un'infanzia che non ho mai piu' ritrovato altrove. E' stata un'infanzia fortunata e sana la mia : pochi oggetti e tanti amichetti come me, senza nessuno che avesse la macchina, e nemmeno la moto! Solo biciclette da noi, e tanta umanità!
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