mercoledì 19 novembre 2008

Essere di sinistra stanca

Non è possibile continuare così.
Un giorno sei felice e pieno di speranza e di ottimismo ed il giorno dopo ricaschi in depressione ed in malinconia ed in rabbia.
Fai la fila per votare alle primarie e condividi la speranza di una rivincita, di una governo giusto e duraturo.
Il governo cade per "strane" alleanze, per questioni di principio di uno solo, per interessi di parte.
Ti dai una mossa: si può fare!
Dai magari il miracolo si avvera.
Ok. Va bene abbiamo perso però abbiamo cominciato un percorso.
Poi gli studenti in piazza, dai è la volta buona, anni che non si vedeva una partecipazione dei giovani cosi bella, così motivata.
Forse è la volta buona.
Eri preoccupato per l'Unità, la compri da anni, l'hai vista morire e poi resuscitare.
Hai paura che te la cambino, che diventi troppo allineata.
Sei in attesa.
La leggi la nuova Unità e ne sei orgoglioso, ne parli in giro, con gli amici.
Chiedi in edicola l'andamento delle vendite, bene.
Non c'è ancora ottimismo. C'è speranza però.
Poi ti eleggono Obama.
Ragazzi che colpo.
Allora va bene.
Dopo otto anni di Bush.
Oggi sto proprio bene. Veramente bene.
E no, no, no.
Ci pensa Latorre e compagnia a ributtarti in depressione.
E tu sei solo, di sinistra.
E tu sei addirittura compatito e consolato dai tuoi colleghi, di destra.
E' veramente faticoso essere di sinistra.
Credetemi.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

mi leggi nel pensiero? leggendo i commenti ci si rende conto della sostanziale diferenza che esiste fra noi e gli elettori del centrodestra ,noi siamo sempre pronti a insorgere e a indignarci alla minima scorretezza dei nostri,loro non si scompongono qualunque porcheria facciano!!forse questo è un buon motivo per continuare ad essere...orgogliosamente ..di sinistra!!

"Arturo" ha detto...

Mi incuriosisce il tuo nickname: è ispirato alla leggenda?
Concordo comunque, orgogliosamente anche se faticosamente.
Arturo

Anonimo ha detto...

e' l'alternanza ...

"Arturo" ha detto...

Sarà, però così non funziona. Sembra di essere si scherzi a parte.

Anonimo ha detto...

conosci la leggenda di redentatiria?io l ho letto quando è stato pubblcato dalla nuova sardegna ,qualche anno fa ,e per molto tempo quando mi capitava di parlarne ,mi incavolavo tantissimo perchè pareva che nessuno si fosse accorto di questo ,a mio parere,bellissimo libbro.qualche tempo dopo ,per fortuna,qualcun altro si è accorto .ma io ancora oggi mi vanto..di aver capito subito ,da qui la scelta di identificarmi con redentatiria che è per me un personaggio magico al quale vorrei somigliare!...

"Arturo" ha detto...

MI ha incuriosito il nick, allora sono andato a cercare: C'è anche un libro:La leggenda di Redenta Tiria di Niffoi Salvatore

Penso che lo conprerò appena finisco la scorta sul comodino.
Ciao

Anonimo ha detto...

credo che redentatiria ci tornerebbe utile in questo momento non trovi? chissà magari ruscirebbe anche a convincere villari a dimettersi!

Anonimo ha detto...

Caro "Arturo"
sono giorni che cerco di scriverti due righe per dirti che ho visitato il tuo blog e che mi è piaciuto molto.
Avrei voluto commentare la tua riflessione di mercoledì sulla fatica di continuare ad essere di sinistra, ma non sono riuscito dal blog (si può fare solo se si è utenti del sito, forse...).
Comunque, lo faccio ora, semplicemente dicendoti che condivido. Condivido a partire da quando, da piccolo, andavo alle feste dell'unità a mangiare anguria e mazurche, e da quando in quarta elementare suonavo con l'armonica a bocca "bandiera rossa" in classe, sotto gli occhi e le orecchie attoniti della maestra e dei compagni. Poi è venuta l'adolescenza, la maturità e un prof di matematica allora iscritto al PCI con cui dividevamo dibattiti e serate. E poi la grande, forte dissonanza interna tra quello che la vita e il lavoro mi chiedevano di fare (lavorare per il potere di chi già ce l'ha) e il desiderio profondo di dedicarsi ad un'idea non dico tanto, ma almeno un po' ridistributiva del benessere (una volta ti racconto del mio precedente lavoro e di come, da assistente ad un servizio del personale di una banca, sono passato a partecipare agli scioperi e quindi - come peraltro desideravo accadesse, inconsciamente - ad essere trasferito altrove in quanto "sovversivo").
Insomma, l'essere di sinistra nonostante tutto mi ha finora attraversato, non solo nel sociale ma anche nel micromondo personale, con le relative fatiche, e quindi condivido la frustrazione di non poter mai mollare le armi, mai poter dire "le cose ora vanno, tiriamo un secondo i remi in barca e sentiamo che bel vento che c'è".
Però, nonostante questo, credo che ciò somigli molto di più alla vita di ognuno di noi, nei suoi tempi e nei suoi passaggi, rispetto ad una sorta di negazione berlusconiana delle difficoltà. In clinica della psicopatologia, questa difesa si chiama "maniacale"; è tutto detto. Il risvolto, che prima o poi si mostra, naturalmente è la depressione.
Per questo continuo...
Grazie e ci vediamo magari mercoledì da Zich!
A presto, ciao.

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