martedì 7 aprile 2009

Quando la terra trema, le roulotte e gli operai

Era il 1980 e lavoravo in una storica azienda metalmeccanica torinese di cui è rimasto solo il marchio. Ero il delegato sindacale degli impiegati, erano anni tosti: i licenziamneti alla Fiat, il terrorismo, la famosa marcia dei quarantamila. Berlinguer parlava davanti ai cancelli di Mirafiori. Quella esperienza mi aveva arrichito soprattutto dal punto di vista umano. Ma come dice Lucarelli questa è un'altra storia.

Era il 1980 dicevo e la sera del 23 Novembre l’Irpinia fu colpita da un tremendo terremoto. Il giorno dopo convocammo subito un consiglio di fabbrica per proporre all’azienda azioni di solidarietà verso le popolazioni colpite. Subito si pensò ad una raccolta di fondi da inviare, ma non sapevamo a chi e non mancavano i dubbi su come sarebbero stati utilizzati. Allora pensammo di raccogliere del denaro da destinare all’acquisto di una roulotte che avrebbe ospitato almeno una famiglia. L’azienda appoggiò l’iniziativa e partì la raccolta fondi.

L’adesione alla iniziativa ci stupì: acquistammo ben tre roulotte.

Acquistate le roulotte dovemmo decidere come portarle in Irpinia, caricarle su un camion e mandarle giù? Ma a chi? Non c’era la protezione civile, le amministrazioni locali erano in crisi e non affidabili.

Sapevamo che molti operai erano originari dell’Irpinia, alcuni avevano i parenti che erano stati coinvolti nel terremoto. Decidemmo di proporre all’azienda di portare noi le roulotte in Irpinia e che a farsi carico del traferimento fossero dei lavoratori tra i più coinvolti dal terremoto. L’azienda accolse l’iniziativa dando permessi retribuiti agli operai che si occuparono del trasferimento delle roulotte.

Tre lavoratori per roulotte con auto proprie o prestate si recarono laggiù fermandosi, se ricordo bene, almeno una settimana.

Al loro ritorno, stanchi ma orgogliosi, ci raccontarono che vennero accolti da un’ufficiale dei carabinieri che esautorò di fatto gli amministratori locali e chiese loro di operare alle sue strette dipendenze.

Volevo solo raccontarvi una mia storia personale che risale ad un periodo difficile ma ricco di una grande umanità.

Dimenticavo, uno degli operai del consiglio di fabbrica fu eletto deputato nel 1996. Ricordo che prendendo la parola ad un cogresso dei DS e vedendo la platea distratta la apostrofò con: “Compagni, vi prego di fare attenzione, è un operaio che vi parla non un gadget”.

La fotografia è tratta da http://www.avellinesi.it/persone/terremoto.htm

6 commenti:

redentatiria ha detto...

Caro"Arturo",ricordo bene quel giorno.
Dal telegiornale arrivavano notizie terribili e noi eravamo molto in pena perchè non riuscivamo ad avere notizie dai genitori di mio marito che vivevano ad ARIANO IRPINO,mio marito ha vissuto il dramma del terremoto quando aveva sei anni e non lo ha mai dimenticato,quindi ti lascio immaginare con quale stato d'animo seguivamo le notizie.
Per fortuna Ariano ha avuto danni limitati e,cosa più importante nonci sono state vittime.
Ricordo,quando andai ad Ariano la prima volta,nel 1975,c'erano ancora famiglie che vivevano nelle baracopoli dal terremoto che c'è stato quando mio marito era bambino.
Purtroppo ,sempre ,quando accadono queste tragedie,viene fuori il meglio ma anche il peggio delle persone.Ho sentito raccontare storie terribili,i camion carichi di generi di prima necessità che venivno fermati da gruppi di delinquenti e che sparivano nel nulla,ma anche tante altre cose che fanno vergognare di appartenere alla razza umana.

Sabatino Di Giuliano ha detto...

Testimonianza toccante!
Ciao Arturo

amatamari© ha detto...

Invito a leggere questo:

http://miskappa.blogspot.com/2009/04/laquila-non-ce-piu.html

Anonimo ha detto...

un gesto di grande solidarietà e impegno!

Minu ha detto...

anche la principi&co aveva acquistato una roulotte per un dipendente che aveva perso la casa durante il terremoto in umbria, ricordo la riunione.. e un dirigente che sottolineava, così la deduciamo dalle tasse e abbassiamo l'utile aziendale!
l'importante è il gesto, direte... già. Importanti sono anche le parole che accompagnano i gesti.
Toccante la tua testimonianza, grazie Arturo

ubik ha detto...

bellissima questa testimonianza. mi era sfuggita. L'Irpinia... ero ancora un ragazzino e rimasi molto colpito e c'era chi come te nel pieno degli eventi partecipava. Arturo mi sei intimo nel comune sentire (troppo enfatico? La situazione devo dire lo richiede); abbracci.

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