venerdì 28 ottobre 2011

E se andassimo all’attacco


“A noi è rimasto un compito cento volte più agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti. Non dobbiamo tradirli.”

Pietro Calamandrei


Da anni si rinnovano gli appelli in difesa della Costituzione, si sollecita il Presidente della Repubblica, si aspettano con ansia le sentenze della Consulta.  E se provassimo a cambiare tattica passando dalla difesa all’attacco? E se invece provassimo a chiedere che la Carta Costituzionale fosse finalmente applicata, se quanto previsto dalla Costituzione diventasse realmente parte fondamentale del programma politico di un partito, il mio per esempio.
In molti articoli la Costituzione, dicono la migliore al mondo, è un libro di buone intenzioni lontane dall’essere realmente applicate in modo completo.  Inoltre le manovre economiche del governo e i presunti rimedi alla crisi economica non fanno che allontanare il dettato costituzionale dalla realtà accentuando le diseguaglianze. Le diseguaglianze sono impoverimento economico e minori diritti. Non credo che i morti che ricorda Calamandrei si siano sacrificati perché Briatore possa fare la vita che fa. Non credo proprio.
Credo anche la Costituzione andrebbe aggiornata inserendo articoli a tutela del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico per esempio.  Se quegli articoli ci fossero stati avremmo evitato anni di condoni e, forse, tragedie come quella recente alle Cinque Terre.

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