sabato 17 aprile 2010

Caro Pd - di e da Pippo Civati



Bookmark and Share



Pubblico l'articolo di Pippo Civati pregando chi si ritrova di diffondere.

Il contributo del vostro affezionatissimo, oggi, per l'Unità.

Caro Pd,

«Show, don’t tell», dice qualcuno. Faccelo vedere, il cambiamento, non raccontarlo soltanto. Non descriverlo per poi non realizzarlo. Non parlare per mesi di quote rosa, eleggi qualche donna. Non discettare di ricambio, fai dialogare le generazioni (e fallo, però, un po’ di ricambio, che altrimenti lo fanno gli altri). Non dedicare a cose interne (intime!) tutta la tua vita. In una casa si abita, non si è costretti a partecipare ad un’eterna assemblea di condominio, parlando escluisivamente del regolamento e delle spese condominiali. Non parlare solo di chi dice le cose: in un giornale, si leggono gli articoli, non il colophon. Esci da te stesso, e dal tuo stream of consciousness. Parla di cose, caro Pd. Di cose precise, che è tutto così confuso, nel dibattito politico, che poi la gente per forza non si appassiona.
Diventa il partito dei giovani: non dei giovani dirigenti, il partito dei giovani elettori. Rappresenta le cose nuove e quelle antiche e cerca le parole giuste per descriverle e per proporle, lontano dalla banalità, però, e dalla semplificazione, proprio perché sei diventato consapevole che devi essere semplice lo stesso, “con altri mezzi”. Il nuovo ambientalismo e gli antichi diritti (che tra un po’ si estingueranno per tutti i lavoratori). Parla di stranieri, non ti vergognare, perché tutto quello che gli altri hanno raccontato finora è inutile, propagandistico e anche parecchio stronzo.
Unisci questo paese, non con la retorica, con le soluzioni, con le responsabilità, con un racconto che possa essere capito e interpretato da tutti. Parla di lealtà nei confronti dei contribuenti e di chi fa impresa: perché gli evasori sono i veri clandestini e con i cittadini che pagano le tasse va rilanciato un patto nuovo, in cui tutti si sentano presi sul serio (o non si sentano presi in giro, se preferisci). Diventa il partito del pluralismo, in cui le qualità di tutti possano emergere, che sia partecipato e aperto, per poi decidere in modo democratico.
Ti hanno chiamato Partito Democratico. Lo sei? Ecco. Fatti un giro al bar e ascolta le questioni che stanno a cuore alle persone, nella loro quotidianità. Frequentala, la loro vita, senza intrometterti nelle scelte etiche (anzi trovando il modo per farle rispettare) e negli stili di vita di ciascuno, avendo bene a mente un’idea di società inclusiva e rigorosa. Lotta contro le disuguaglianze. Fai l’opposizione allo scudo fiscale e alle scelte che devastano i Comuni. Sii onesto, non dare la colpa agli altri, se sei tu a sbagliare. Perché, così facendo, sbaglierai di certo anche la prossima volta. Ci sono un sacco di persone che non sono andate a votare, e la 'a' di astensione viene prima della 'u' di Udc, non dimenticarlo. Da ultimo, non avere fretta, ma, mi raccomando, non perdere troppo tempo.
Fatti sentire. E quando hai finito, bevi un sorso d’acqua pubblica e spegni la luce, perché il nucleare di Berlusconi arriva nel 2025. E pensa a che cosa fare per l’economia, oggi e nei prossimi anni, con lo stesso impegno, perché in questo momento c’è un sacco di gente angosciata che non riesce a prendere sonno. E che quando si addormenta, forse, sogna qualcosa di diverso da quello che l’Italia è diventata.




0 commenti:

Bookmark and Share

Free Blogger Templates by Isnaini Dot Com and Architecture. Powered by Blogger