C’è una questione che sembra mettere tutti d’accordo: alzare l’età pensionabile. Sono almeno quindici anni che il tormentone pensione va avanti: scalini, fondi, scaloni, donne, comunità europea, brunetta, padoa schioppa, dini ….Anche il candidato segretario del PD che andrò a votare, come gli altri due, propone questa riforma accompagnata da una nuova legge sul welfare.
Tutti affermano che in Italia si vive di più e pertanto, giocoforza, dobbiamo lavorare di più. Un concetto semplice. Troppo semplice.
Proviamo a fare qualche riflessione.
Partiamo dal concetto semplice, si vive di più.
Mi chiedo e vi chiedo, ma se uno vive di più deve pagare pegno o, come nel gioco dell’oca, fermarsi un giro o due? Il progresso non dovrebbe mirare al benessere? Alla serenità? E’ come se ti ammalassi di una grave malattia, riescono a curarti però per compensare ti iniettassero un virus per procurarti un’altra sofferenza.
Dicono anche che l’Italia non si può permettere i costi dell’INPS.
Mi chiedo e vi chiedo, ma l’INPS non è in passivo. Allora dov’è il problema?
Sarà perché l’Italia si permette una evasione fiscale da paura? Sarà perchè si permette dei costi della politica inimmaginabili altrove? Sarà perchè si permette un conflitto di interessi che falsa le regole economiche e politiche del paese. Saranno questi i veri motivi?
Dicono anche che per salvare e sanare l’economia del paese dobbiamo fare dei sacrifici. L’innalzamento dell’età pensionabile va in questa direzione.
Mi chiedo e vi chiedo, ma sempre gli stessi? Una volta uno sforzo di fantasia, no? E che diamine, su che ce la potete fare.
Dicono anche che occorre rivedere e riformare il mondo del lavoro.
Mi chiedo e vi chiedo, ma come la mettiamo con le aziende che mandano a casa gli ultracinquantenni e poi fanno finta di assumere giovani?
Non quadra. Devi lavorare di più, per più tempo anche se non hai più il lavoro. Come la mettiamo con gli operai della Bertone, della Innse e di tante altre aziende che hanno chiuso o che stanno per chiudere?
L’ultima chicca è dedicate alle donne.
Abbiamo recentemente scoperto che le donne impiegate nella funzione pubblica sono molto più donne delle donne che lavorano nel settore privato. Le donne della funzione pubblica andranno in pensione a 65 anni, quelle del settore privato a 60. Sarà il seno? Le gambe più lunghe? Un particolare "Sex Appeal"? Per le gambe chiedete a Brunetta, lui ha più visibilità, per il resto a Berlusconi.
Sapete cosa vi dico? Secondo me la realtà è un’altra: abbiamo una classe politica e dirigente in questo paese che fa pena.
Un paese che si permette il lusso di avere Mastella e Cuffaro al parlamento europeo, Berlusconi alla presidenza del consiglio, prostitute che girano indisturbate nei palazzi del potere non ha il diritto morale di chiedere sacrifici alla popolazione.
Prima loro poi, se è il caso, noi.
3 commenti:
Parole sacrosante!!!!!!!
"Mi chiedo e vi chiedo, ma sempre gli stessi? Una volta uno sforzo di fantasia, no? E che diamine, su che ce la potete fare." ... non ce la possono fare,non possono farcela in alcun modo,l'unica cosa che possono fare, è fare sempre peggio del peggio che hanno fatto fino ad ora...
lavoro nella pubblica amministrazione....ancora non so quando potrà andare in pensione! Appena assunta mi hanno detto che dopo 15 anni 6 mesi e 1 giorno ci potevo andare... sono passati trent'anni quasi e non so che mi aspetta! La tua analisi non fa una piega
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