C’è un aspetto della cosiddetta “casta” di cui non si parla che, a mio parere, è forse più grave e più importante della questione costi.
Mi riferisco al fare circolo chiuso, al vivere in una situazione d’isolamento e di autoreferenzialità.
In parlamento trovi bar, ristorante, medico, barbiere e pure il cappellano.
I deputati (e senatori) frequentano la sera gli stessi ristoranti, se passate da Fortunato al Pantheon li trovate con la forchetta in mano tutti allo stesso tavolo. Se andate all’aeroporto al giovedì sera, in attesa dell’imbarco li vedete in fila a decine di parlamentari. E poi si ritrovano in TV, alla radio e nelle hall degli alberghi, alla festa del patrono, al taglio di un nastro, alla presentazione di un libro di Bruno Vespa. Tutti insieme. Non fanno che salutarsi e rivedersi. Fondano club bipartisan: Juventus club dei deputati, milan club dei deputati …
Come in una crociera costa, quella signora che vedete piangere nello spot della costa crociere non è una turista è un’ex deputata.
Il cittadino, invece, il deputato, lo incontra giusto in campagna elettorale, quel cittadino che fa una vita normale, quella vita che il deputato, che fa un’altra vita, decide quanto e come deve essere vissuta. La nostra vita.
Allora a me piacerebbe, caro deputato che tu uscissi dal loop in cui sei costretto a vivere e vorrei darti un salario direttamente legato al tipo di vita che fai vivere a noi. In altre parole vorrei che tu vivessi la nostra di vita. Se ritorni normale, ritorni rispettato e credibile.
Non ci vuole molto, si potrebbe cominciare dal buono pasto. Come le persone normali.
Lo dico per farti un favore, vieni a respirare aria pulita.
Lo dico anche per fare un favore a noi, sei troppo importante per ridurti così.
Ps. Ovviamente sto facendo, e me ne rendo conto, di tutta un’erba, un fascio, Ma poco ci manca ormai, al fascio o allo sfascio.
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