lunedì 27 aprile 2009

The Unending Show


In attesa delle New Town e del G8 e dopo il 25 Aprile fervono i preparativi per la visita del papa.
Ci mancava pure lui. E chissà quanti insieme a lui. Ovviamente non mancherà l'unto dal signore (attento a non scivolare).

Pare però che la pazienza degli Abruzzesi sia al limite. Speriamo.

Anche perchè stiamo adando verso una brutta china, non vorrei che a qualcuno venisse in mente di continuare su questa strada e trasformare le zone terremotate in studi televisivi. Pare che qualcuno stia pensando già ad ambientarci dei format tv, vedrei bene Ballando ballando tra le scosse con la Carlucci, Scossa a scossa con Bruno Vespa, Il Grande fratello in tenda, Un posto al suolo e Sereno friabile.

Il signore che ci governa è persino peggio di Benito, almeno lui aveva costruito le sue new town (Latina per esempio) dove c'erano le paludi, aveva bonificato. Questo invece vuole costruire città impersonali, finte, di plastica. Se ne frega di una comunità, delle vie storiche dove c'era una vita vissuta. Una osteria, una scuola, una casa storica: rimasugli del passato, roba superata.
Basta una fila di casa a destra e una a sinistra, in mezzo una strada come tante. In casa la TV. Quella si. Serve, eccome se serve.

Ecco mi piacerebbe si aprisse una bella e forte discussione sulle new town. Uccidono, le new town, il nostro patrimonio storico e culturale. La nostra provincia, il nostro essere Italiani.
Quasi quasi fondo il movimento Slow Town.

giovedì 23 aprile 2009

The Show Must Go On 4 ovvero la cavalcata delle Valchirie

Consiglio dei Ministri del Nostro Presidente in Terra d'Abruzzo

Il velivolo dalle pale rotanti toccava il sacro suolo d'Abruzzo in perfetto orario, il Nostro Presidente con atletico balzo e senza attendere la comoda e sicura scaletta si lanciava dall'abitacolo seguito dalla sua gagliarda Guardia Presidenziale.
Una folla entusiasta e stupefatta lo acclamava vedendo il suo imperioso gesto effettuato con le pale che ancora giravano. Dopo aver salutato la folla esultante il Nostro Presidente con passo svelto e virile, incurante dei pericoli, si dirigeva verso la scuola della Guardia della Finanza Altrui dove si sarebbe tenuta la riunione del Consiglio dei Ministri del Nostro Presidente.

Intanto giungevano i Ministri anch'essi impavidi, fieri ed orgogliosi.

Arrivava l'intrepido Ministro di Tutti le Armi a bordo di un carro armato, il Ministro con basco nero e foulard tricolore (il nuovo tricolore: bianco verde e nero) emergeva dalla torretta del bellico carro salutando la folla e sparando verso l'azzurro cielo con il suo fiammante mitragliatore.

Accompagnata da un coro in costume egizio che intonava Celeste Aida arrivava, trasportata su un letto di foggia antica retto dai suoi collaboratori, la Ministra delle Pari e Dispari Opportunità. I virili ancelli inodossavano una leggera tunica che metteva in risalto la loro superba muscolatura. La bellissima Ministra nonostante fosse sdraiata su un fianco salutava la folla mentre le sue ancelle lanciavano petali di rose.

Il Ministro della Sicurezza Interna e della Espulsione arrivava sul glorioso carroccio scortato da armigeri in tenuta medioevale, l'epico carroccio era pavesato con le gloriose bandiere della verde Padania. Dallo storico carro le vivandiere padane distribuivano risotti e porzioni di cassoela al popolo d'Abruzzo.

Intanto faceva il suo ingresso il Ministro della Sistemazione dei Pubblici Impiegati. Il Ministro giungeva a bordo di una biga trainata da 44 impiegati del Catasto. Il benevolo Ministro urlando MI AMANO incitava gli impiegati con affettuose frustate.

Declamando poesie, cinto di corona d'allora e vestito da antico romano il Ministro delle Beauty Farm sfilava lanciando campoioncini di profumi, bagni schiuma e saponette profumate al popolo commosso.

Per ultimo arrivava il Ministro degli Affari Nostri Con I Soldi del Popolo. Seduto sul display di un enorme registratore di cassa semovente lanciava monetine al popolo esultante.

Mai si era visto un simile spettacolo pensava la gente d'Abruzzo sbalordita e piangendo commossa da tanta attenzione.

Berlusconia, 23 Aprile del Secondo Anno della Terza Era del Nostro Presidente

domenica 19 aprile 2009

Roba da matti!

Leggo adesso che Cacciari, il sindaco di Venezia, armato di macchina fotografica tra Pasqua e Pasquetta è andato a Roma e Firenze e invece di fotografare monumenti, piazze, tramonti e ponti si è messo a fotografare la "monnezza" e i venditori abusivi (pare senza violare la privacy).

Ha dichiarato che pubblicherà le foto sul sito del comune di Venezia per dimostrare che Roma e Firenze in fatto di degrado sono messe peggio della sua città.
Naturalmente da Firenze e Roma si sono alzate, come si usa dire, vibrate proteste.
Ma dico io, Cacciari, va bene che sei filosofo, va bene che c'hai il barbone tutto nero ma hai niente di meglio da fare? Devi consolarti con le disgrazie altrui? E cosa hai dimostrato? Ti sei consolato? Dirai ai tuoi cittadini che se Atene piange Sparta non ride?
Ascolta me, vai a fotografare le città dove non c'è degrado, quelle pulite. Poi pubblica le foto sul sito del comune e prometti ai tuoi cittadini di impegnarti per arrivare a quel livello di pulizia e di vivibilità.
Caro Cacciari quando si arriva a questi livelli, mentre c'è una emergenza terremoto ed una crisi economica che lascia a casa migliaia di lavoratori, forse è arrivata l'ora di ritirarsi a vita privata.

Occhio che Allemano fa il sub, quello si tuffa e ti filma il canal di dentro. Chissà cosa ci trova.

giovedì 16 aprile 2009

The Show Must Go On 3

Dedicato a Vauro 

Da leggere come un cinegiornale Luce

L’Aquila 16 Aprile 2009 Anno Secondo della Terza Eera Berlusconiana.

Anche oggi il Nostro Presidente si è recato nelle zone devastate dal terribile terremoto, con coraggio e sprezzo del pericolo ha attraversato la città protetto solo dall’elmetto che gli è stato donato da un eroico milite dei vigili del fuoco.

Il Presidente di tutti gli italiani era accompagnato dalla giovane Ministra della Istruzione Popolare, la giovane Ministra indossava una giubba della ardimentosa Protezione Civile, dove si distingueva il simbolo del nostro amato Tricolore, e una gonna pantalone color caki.

Scavalcando le macerie impavido e deciso il Nostro Presidente raggiungeva la tenda adibita a scuola che avrebbe inaugurato. Centinaia e centinaia le genti di Abruzzo che lo attendevano per salutarlo ed acclamarlo, alcuni hanno avuto il privilegio di toccarlo: non dimenticheremo mai questo momento, dicevano estasiati i fortunati abruzzesi.

I piccoli scolari d’Abruzzo sventolando le bandierine ed intonando il celebre canto “Per fortuna Silvio c’è”  lo hanno accolto nella attrezzatissima tenda scuola.

L’inaugurazione è stata veloce e non priva di scherzosi motti di spirito del Nostro Presidente che ha promesso di inviare un televisore da 70 pollici. La giovane Ministra, visibilmente commossa,  ha posto l’accento su questo nuovo modo di fare istruzione più virile  e spartano più consòno alle genti italiche.

Noi, vigili ed ansiosi, saremo qui ad attendere, insieme alle genti d’Abruzzo, le prossime inagurazioni. Il Nostro Presidente dovrà inaugurare nell’ordine: La tenda farmacia - La tenda chiesa - La tenda anagrafe - La tenda ipermercato (la più grande del mondo) - La tenda fitness - La tenda ospedale - La tenda ferramenta - La tenda circolo della liberta - La tenda popolo della libertà - La tenda indiana - La tenda di Gheddafi - La tenda mongola.

W il Nostro Presidente W La Nuova Italia




domenica 12 aprile 2009

The Show Must Go On 2





Un brand (marchio) di successo ha le seguenti caratteristiche:

  1. facile da pronunciare
  2. facile da ricordare
  3. facile da riconoscere
  4. facile da tradurre
  5. attira l'attenzione
  6. suggerisce caratteristiche e benefici del prodotto
  7. suggerisce un riferimento all'immagine aziendale
  8. distingue il posizionamento del prodotto rispetto alla concorrenza
  9. registrabile legalmente
E' come votare il Dixan o il confetto Falqui

Da wikipedia alla voce Brand

sabato 11 aprile 2009

The Show Must Go On



martedì 7 aprile 2009

Quando la terra trema, le roulotte e gli operai

Era il 1980 e lavoravo in una storica azienda metalmeccanica torinese di cui è rimasto solo il marchio. Ero il delegato sindacale degli impiegati, erano anni tosti: i licenziamneti alla Fiat, il terrorismo, la famosa marcia dei quarantamila. Berlinguer parlava davanti ai cancelli di Mirafiori. Quella esperienza mi aveva arrichito soprattutto dal punto di vista umano. Ma come dice Lucarelli questa è un'altra storia.

Era il 1980 dicevo e la sera del 23 Novembre l’Irpinia fu colpita da un tremendo terremoto. Il giorno dopo convocammo subito un consiglio di fabbrica per proporre all’azienda azioni di solidarietà verso le popolazioni colpite. Subito si pensò ad una raccolta di fondi da inviare, ma non sapevamo a chi e non mancavano i dubbi su come sarebbero stati utilizzati. Allora pensammo di raccogliere del denaro da destinare all’acquisto di una roulotte che avrebbe ospitato almeno una famiglia. L’azienda appoggiò l’iniziativa e partì la raccolta fondi.

L’adesione alla iniziativa ci stupì: acquistammo ben tre roulotte.

Acquistate le roulotte dovemmo decidere come portarle in Irpinia, caricarle su un camion e mandarle giù? Ma a chi? Non c’era la protezione civile, le amministrazioni locali erano in crisi e non affidabili.

Sapevamo che molti operai erano originari dell’Irpinia, alcuni avevano i parenti che erano stati coinvolti nel terremoto. Decidemmo di proporre all’azienda di portare noi le roulotte in Irpinia e che a farsi carico del traferimento fossero dei lavoratori tra i più coinvolti dal terremoto. L’azienda accolse l’iniziativa dando permessi retribuiti agli operai che si occuparono del trasferimento delle roulotte.

Tre lavoratori per roulotte con auto proprie o prestate si recarono laggiù fermandosi, se ricordo bene, almeno una settimana.

Al loro ritorno, stanchi ma orgogliosi, ci raccontarono che vennero accolti da un’ufficiale dei carabinieri che esautorò di fatto gli amministratori locali e chiese loro di operare alle sue strette dipendenze.

Volevo solo raccontarvi una mia storia personale che risale ad un periodo difficile ma ricco di una grande umanità.

Dimenticavo, uno degli operai del consiglio di fabbrica fu eletto deputato nel 1996. Ricordo che prendendo la parola ad un cogresso dei DS e vedendo la platea distratta la apostrofò con: “Compagni, vi prego di fare attenzione, è un operaio che vi parla non un gadget”.

La fotografia è tratta da http://www.avellinesi.it/persone/terremoto.htm

domenica 5 aprile 2009

C'era un Re particolare


Un paese in mezzo al mare
Aveva un Re particolare.
Ogni giorno che passava
Non importa dove stava
Una burla lui inventava

E la corte gli diceva
Bravo bravo bene bene
E la stampa ci scriveva
E tutto il mondo si stupiva
Di quel Re particolare

Con la piccola sul palco
Con la bella al ministero
Con le corna al suo collega
E la corte gli diceva
Bravo bravo bene bene

Con regine e presidenti
Col ministro del tesoro
Col tesoro di ministro
E la corte gli diceva
Bravo bravo bene bene

Ed in Spagna e in Alemagna
Ed in Russia e in tutta l’Asia
In America e in Giappon
Meglio son di NAPOLEON!
Dice il Re particolare

Nel paese in mezzo al mare
Non rimasero a guardare
E cominciarono a sfilare
Guarda cosa ci combina
Il nostro Re particolare

Cribbio cribbio ed oibò
Qui mi vogliono fregare
E non so più cosa inventare
Qua capiscono l’inganno
Non mi vogliono più Re

E la corte già borbotta
Uno dice qui son per caso
L’altro per fioretto mi dimetto
L’altra piange e l’altra scappa
Ti saluto caro Re particolare

Scappa e fugge fugge e scappa
Con l’amico più fidato
Me ne vado me ne vado
Senza burle voi restate
Urla il Re particolare

venerdì 3 aprile 2009

Il circo Barnum e la stanza del silenzio

E Berlusconi continua a fare il clown, non c'è crisi che tenga, è più forte di lui. Adesso alla pizza e mandolino aggiungeranno berluschino. E' diventato fastidioso, farebbe casino anche ad un funerale, ed il G20 cos'è stato se non un funerale. Il funerale di un sistema che non funziona più. Adesso scoprono anche i paradisi fiscali, ma dai? Ma tra i 20 presenti a Londra non c'era anche uno piccolo e rumoroso che di paradisi fiscali se ne intende, eccome che se ne intende.
E quello di Londra è solo un prologo, vedrete in Sardegna al G ristretto cosa combinerà, in quel periodo prenderò l'aspettativa da Italiano, chiederò temporaneamente asilo politico altrove, qualsiasi paese va bene.
Una crisi di questa portata con centinaia di migliaia fuori dal lavoro, con il rischio di tensioni sociali fortissime lui come se niente fosse ride, rumorosamente ride, fastidiosamente ride.

A Torino all'ospedale Molinette, il più grande della città, hanno inaugurato la stanza del silenzio. Una sorta di tempio laico, senza simboli religiosi, dove ci si può fermare e riflettere e ciascuno può pregare per parenti, amici e per se stesso senza "interferenze", da laico o da credente di qualsiasi religione. Una stanza del silenzio sarebbe da allestire ogni volta che c'è un'incontro tra potenti , una stanza del silenzio la trapianterei nel cervello di Berlusconi.







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