Al cuor non si comanda, si disse il papero quando s’innamorò di un barbagianni. Quel papero importante, molto importante, lasciò la sua casa, perché voleva non si sapesse in giro, e andò a vivere con il barbagianni. Erano molto diversi si sa, il papero era chiaro e il barbagianni scuro. Il papero importante e il barbagianni meno. Il papero aveva un verso delicato, il barbagianni fischiava acuto. Una storia tenera piena di piume svolazzanti che volavano leggere nell’aria. Di notte il papero lavorava e il barbagianni planava sulla città. Di giorno il papero lavorava e il barbagianni si spulciava le piume.
Un bel giorno il papero, che voleva star sempre con il barbagianni, decise di nominarlo vice papero.
Tutti gli uccelli, un po’ per paura e un po’ per solidarietà, misero la testa sotto le ali per far finta di non vedere.
Non tutti però. Il grande capo degli uccelli, un avvoltoio un po’ spelacchiato, disse al papero con fare minaccioso e a becco duro: “Guarda che io so tutto, attento a te”.
Il papero e il barbagianni da quel momento cominciarono a perder piume, che non svolazzavano più, ma si posavano pesanti sulla terra. Non si sa ancora come questa storia finirà, ma la morale c’è: se tu sei un papero puoi innamorarti di un barbagianni, al cuor non si comanda, ma non puoi trasformarlo in papero, soprattutto in vice papero.
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