sabato 28 maggio 2011

Carlo d'Inghilterra


Mi è capitato in passato di andare in visita in un repartino psichiatrico, visita nel senso che andai a trovare un mio collega che ci era finito per “disturbi” amorosi.  Il mio amico mi accoglie in sala visite e cominciamo a fare due chiacchiere, lui ormai stava bene e sarebbe uscito da li a poco, quando vengo fissato insistentemente da un giovane  ricoverato. Per cortesia saluto e lui ricambia con un gesto nervoso della testa. Poi comincia.
Io non voglio tornare alla Fiat Ricambi.
Lavora alla Fiat Ricambi? Dico io.
Sì, per colpa di mia madre. Dice lui.
Ah, sua madre.
Sì, ma io non posso. Che figura ci faccio? Mi dica lei?
Non si trova bene? Perché che figura?
Lo dica a mia madre, ma si rende conto? Io, alla Fiat Ricambi?
Scusi, ma lei chi è?
Io sono Carlo d’Inghilterra! Carlo d’Inghilterra!
E sua madre la regina Elisabetta, la capisco. Faccio io assecondandolo.
Il mio amico sorride e mi presenta la signora seduta al suo fianco: Claretta Petacci.
Questa esperienza mi fa comprendere l’imbarazzo di Obama e degli altri presidenti che hanno subito al recente G20 le esternazioni di Berlusconi. 
Mandiamolo in una comunità alloggio.

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