Noi credevamo, mio moglie ed io, che il film Noi credevamo fosse un film sull'Unità d'Italia, sui 150 anni. Un film che regalasse una ragione per crederci ancora all'Unità d'Italia. Un film sul percorso e sulla costruzione dell'Unità d'Italia. Un film, per esempio, sui tanti bergamaschi andati a Quarto per sbarcare a Marsala, un film rivolto ai giovani per dare loro speranza. Un film critico, ma con uno sguardo al futuro.
Invece no.
Abbiamo visto una fiction brutta, ma proprio brutta.
Un film triste. Mazzini già vecchio a trentanni, Garibaldi che appare come la madonna incoronata sul cucuzzolo della montagna, i carbonari pazzi, ladri, opportunisti o tristi come la donnina allegra di Lucio Dalla. La Cristina Belgioioso generosa, fino ad un certo punto, ma un po' schizzata e malata di sesso. I garibaldini guitti, ignoranti e un po' scemotti.
I bersaglieri piemontesi ovviamente ottusi, mancavano solo di bagna cauda.
Insomma una cagata così deve averla commissionata Bossi a Martone.
Che brutto film. Che occasione persa.
Alla fine del film il gelo in sala.
Alla fine del film il gelo in sala.
Ps ad un certo punto due dei protagonisti si riposano sotto i travi in cemento armato di una casa in costruzione. Cacchio gli italiani, dico io, avevano già inventato il cemento armato prima di Roma capitale. Poi ci ripenso, magari il grande regista voleva alludere alla speculazione edilizia? Che genio.
1 commenti:
No furbone, Bossi delega solo Martinelli per fare i suoi amati film su vicende od eroi padani.
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