lunedì 5 dicembre 2011

I contabili


La tentazione forte sarebbe parlare dell’impatto pesante che questa manovra avrà su di me, lo farò un’altra volta se sarà il caso e se servirà anche ad altri.  Adesso, a caldo, fuori dai dolori personali, mi viene da costatare che Monti e la “sensibile” Fornero ci stanno prospettando un paese che non mi piacerà. Non mi piacerà proprio per niente. Il paese che sta arrivando sarà triste, rancoroso, litigioso, individualista. Ancora più di adesso.
Triste, perché ci sarà meno disponibilità per la cultura, per il tempo libero, per l’aggregazione sociale.
Rancoroso, perché sarà colpa del vicino, del collega, di altri.
Litigioso, perché i nervi saranno a fior di pelle e non ci sarà tempo e voglia per capire gli altri.
Individualista, prima penserò a salvare me stesso e gli altri si fottano.
Se la politica non torna saranno i contabili a dominare, i contabili, si sa, non hanno anima e se ce l’hanno non la usano. Non è previsto dal ruolo. I contabili non leggono la Costituzione, ma solo costi e ricavi, entrate e uscite. E se qualcosa resta sono sopravvenienze, possibilmente attive. Per pochi.
Mi viene da pensare alla generazione che ha preceduto la mia, quella uscita dalla guerra. Dovettero ricostruire un paese in ginocchio, devastato, arrivavano da una guerra, ma avevano la prospettiva del futuro. I contabili registrano solo il presente.

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